Rassegna "Città in Scena"
di Marco Di Stefano
regia di Lara Franceschetti
Lo spettacolo ha come punto di partenza un fatto realmente accaduto: nel dicembre del 2007 in un’acciaieria di Torino, si scatena un incendio in cui perdono la vita sette operai. Una tragedia che tocca nel profondo l’Italia intera.
I temi d’indagine sono molteplici: libertà, giustizia, futuro, identità, tutti imbastiti con un filo sottile poco resistente. Si cuce così il vestito della vita dell’uomo contemporaneo, fragile, impaurito che vive nonostante tutto, ma incastrato, immobilizzato dalla paura. Il “non rischio” e il “rischio” in tema di sicurezza con i suoi molteplici volti. La cecità volontaria che mette in secondo piano un bene così potente come la vita. Scegliere di vivere mettendo” Lei “al primo posto. Tutto questo senza avere paura, senza che nessuno possa decidere di metterla a repentaglio in nome di un sistema soffocante e al tempo stesso invisibile. Parlare, non accettare, poter scegliere di dire no. L’uomo contemporaneo non può, non riesce a dire No. Anche questo è un rischio, necessità, coraggio, forza, speranza e fiducia in ciò che si è. Ci si identifica in ciò che si fa e non in ciò che si è per questo i manager-operai alla fine e solo alla fine di questa messinscena si toglieranno gli abiti da lavoro e rimarranno nudi, per non essere più. Un messaggio forte e sentito chiude questo spettacolo, perché il mondo veda. Per queste vite interrotte non c’è più tempo, per chi guarda sì.