dalla tragedia di Eschilo alle parole dei rifugiati
con Vincenzo Pirrotta e Gabriele Vacis
regia di Gabriele Vacis
Sulla costa siciliana, divenuta frontiera delle rotte della disperazione del Mediterraneo, un coinvolgente racconto teatrale, basato sul dramma Le Supplici di Eschilo, che mette in scena la difficile decisione della città di fronte alla richiesta di asilo di chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla carestia. La spietata logica del respingimento di chi si presenta supplice, alle porte
della città, a chiedere aiuto è deprecabile e inaccettabile per le leggi non scritte del codice etico della gente di mare, ma anche per la sensibilità di una comunità civile. Ma non basta la carità, non basta la pietà: solo la dimensione politica insegna già Eschilo 2500 anni fa può affrontare e risolvere positivamente, nel segno del bene comune, la difficoltà di migranti e cittadini.
Eschilo compone Le Supplici intorno al 460 a.C.: il racconto inizia con uno sbarco, lo sbarco di un
gruppo di migranti in fuga dal proprio paese, l’Egitto.
Portopalo è una città di frontiera sulla punta estrema della Sicilia, un piccolo paese che vive quotidianamente la realtà degli sbarchi e il problema dell’accoglienza.
Portopalo è lo scenario su cui le parole antiche di Eschilo e i racconti dei migranti del nostro tempo acquistano una nuova vitalità.
Qual è il ruolo del teatro oggi? Può una tragedia di Eschilo, un’opera di 2500 anni fa raccontare il nostro presente? Quante Portopalo ci sono in Europa?
E quanto a lungo può continuare questo racconto?