di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
(mai) scritto da Antonio Rezza
Con Antonio Rezza e Ivan Bellavista
Habitat: Flavia Mastrella
Assistente alla creazione: Massimo Camilli
Disegno luci: Mattia Vigo
Organizzazione generale: Stefania Saltarelli
Produzione: RezzaMastrella, Fondazione TPE, TSI La Fabbrica dell’Attore, Teatro Vascello
Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce? Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda? Due persone discorrono sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello, ma non ne ha la certezza. La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso, o ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Bisognerebbe morire appena un po’ di più. Rocco e Rita fanno uno il verso non dell’altro, ma dell’uno. A imitar se stessi c’è sempre da imparare. L’ansia non è uno stato d’animo ma un errore posturale. Tra le dune di un deserto, uccelli migratori volano felici sulla testa di due uomini sereni, lievemente turbati dall’arroganza del potente di turno. La cultura è fatta a pezzi da chi ama sceneggiare. E poi la voce di uno fa parlare l’altro che muove la bocca per sentito dire. Litiga con la voce che lo tiene al mondo. Si ama non per sentimento ma per residenza: siamo sotto un fratto che uccide, si muore per eccessiva semplificazione.
Fotografie di Stefania Saltarelli